Ciao a tutti! Mi chiamo Franca Pellegrini e mi faccio portavoce di un gruppo di persone, tra cui musicisti e genitori, interessati ai corsi corali proposti dall'Accademia di Santa Cecilia e vi rivolgo alcune perplessità in merito ai titoli di studio di alcuni dei docenti da loro chiamati alla direzione di questi laboratori corali rivolti ai ragazzi. In particolare riguardo il maestro del “Coro Arcobaleno”, la Sig.ra Claudia Morelli, pianista accompagnatore, che risulta non avere un titolo musicale (diploma di conservatorio) riguardante la direzione corale, come invece si presuppone debba possedere qualsiasi direttore di coro, ed in particolare chi opera presso una prestigiosa istituzione come l’Accademia di S. Cecilia. Chi svolge attività direttoriale possiede almeno un diploma specialistico della materia e poi, eventualmente, anche altri titoli. Gli studi pianistici, per quanto utili e formativi, non possono certo equivalere ai percorsi di studio che si affrontano nella direzione corale: lo studio della tecnica del contrappunto, dell’armonia, delle forme musicali polifoniche, e non per ultima la tecnica della direzione corale. La pratica e l’esperienza di un buon direttore di coro si avvalgono anche di nozioni di tecnica vocale, di fisiologia della voce, etc., ancor più importanti e necessarie in presenza di coristi giovani, la cui voce si sta formando e su cui eventuali “incompetenze” del direttore si ripercuoterebbero inevitabilmente, in alcuni casi facendo insorgere patologie a livello vocale affatto trascurabili (ad es. i noduli alle corde vocali).
Per questo motivo ho richiesto dei chiarimenti, inviando una mail, in merito ai criteri che hanno addotto l’affidamento di uno dei laboratori corali dell’Accademia di S. Cecilia alla direzione, nella fattispecie, della Sig.ra Claudia Morelli, sia al Presidente dell'Accademia il dott. Bruno Cagli, sia alla segreteria e alla direzione risorse umane, in quanto crediamo che, come è giusto che i ragazzi debbano accedere ai corsi tramite una selezione, sia altrettanto giusto e doveroso pretendere un’idonea specializzazione e preparazione di tutti i docenti. Purtroppo non ho ricevuto ancora alcuna risposta, chissà perché..
Cara amica, prima di tutto sono lieto che tu abbia scelto il territorio del confronto su questo forum, tuttavia la condotta democratica del sito richiede che anche la sig.ra Morelli sia disposta a mettersi in discussione. Per cui, qualora la stessa mi richiedesse di chiudere questa discussione, sarà mio compito ottemperare.
Ammesso per ipotesi che la tua versione dei fatti risponda al vero e sia esaustiva della realtà, di solito complessa, ci sono tantissimi casi di musicisti di chiara fama, sprovvisti di titoli, che svolgono egregiamente il proprio mestiere.
Posso confermarti, per esperienza personale, che il corso di diploma vecchio ordinamento di direzione di coro e musica corale non prepara adeguatamente alla direzione, ma destina la maggior parte dello studio a questioni compositive. Soltanto a ridosso dell'esame di diploma e per superare una “semplice” prova pratica, lo studente diligente contatta un'insegnante di direzione per farsi dare delle dritte o tentare qualche approccio con la direzione.
È un vero abominio: ottenere un diploma di direzione dopo un corso eminentemente teorico.
Nella realtà quindi per dirigere un coro bisogna dirigerlo, studiando i brani, facendo anche esperienza da corista e seguendo corsi extracurricolari.
E dopo tutto non c'è niente di nuovo sotto il sole: un titolo è solo carta, il valore sta nella persona.
Detto questo, mi è oscuro il quadro giuridico del laboratorio “coro arcobaleno”.
Ma è giusto che tu sappia che alcune scelte amministrative possono informarsi a criteri di diritto privato e pertanto escludere concorsi pubblici (che peraltro troppo spesso sono farse ignobili).
L'unico criterio guida quindi dev'essere la reale validità del laboratorio.
Se un laboratorio musicale è veramente infruttifero, o magari dannoso, per la crescita musicale, il passa parola lo smonta in poco tempo, nonostante qualunque supposto appiglio politico.
Mi sentirei quindi di invitare ognuno a domandarsi o consigliarsi sul quesito: questo laboratorio è valido o è una perdita di tempo?
L'offerta musicale (e qui fischiano le orecchie a Bach) è tanta e si può scegliere.